L’ok Ue alla flessibilità 2016 ipoteca la legge di stabilità 2017. Il governo deve trovare già 10 miliardi
17 Maggio 2016Incassato il via libera sulla flessibilità per il 2016, parte tutta in salita la strada che porterà in autunno all’approvazione della legge di stabilità 2017. E parte con un’ipoteca di almeno 10 miliardi sulla
prossima manovra.
Per evitare le sorprese dello scorso anno, questa volta la Commissione europea ha voluto mettere le cose in chiaro il governo con largo anticipo: niente più flessibilità illimitata, niente più decisioni unilaterali sull’aumento dell’indebitamento netto per finanziare le proprie promesse politiche. La contropartita che il governo ha dovuto mettere sul piatto per ottenere l’ok di Bruxelles ai 14 miliardi di maggiore deficit quest’anno è stata infatti la promessa che il governo non tradisca i propri impegni nei prossimi mesi e rispetti quanto scritto nel Documento di Economia e Finanza ad aprile, vale a dire che il deficit salga non oltre l’1,8%, dall’1,4% dello scenario tendenziale. In altre parole: flessibili oggi, ma inflessibili domani.Il governo deve quindi cominciare ad attrezzarsi per tempo. Il conto della prossima manovra, con le indicazioni fornite da Bruxelles, è già lievitato a 10 miliardi prima ancora che la discussione sulla prossima legge di stabilità sia cominciata. Niente di sorprendente per il Tesoro che già nel Def aveva fissato l’asticella del defict più in alto di quattro decimi di punto percentuale. E se il governo pensa di disinnescare i 15 miliardi di clausole di salvaguardia sull’Iva previsti per il prossimo anno, il deficit “autorizzato” dalla Ue coprirebbe soltanto 7 miliardi, gli altri 8 sarebbero tutti da trovare. Non solo, siccome le previsioni della Commissione si scostano lievemente da quelle del governo, e l’esecutivo Ue prevede che l’indebitamento netto sia attesti a -1,9% rispetto al -1,8%, il governo deve mettere in conto già una mini correzione da 1,6 miliardi.
Questo il punto di partenza. A questi 10 miliardi si aggiungeranno poi tutte le spese che il governo ha in programma per il prossimo anno. Dalla flessibilità pensionistica per gli over ’63 promessa da Matteo Renzi, il cui impatto sui conti pubblici dovrebbe essere comunque modesto, alle nuove riduzioni di tasse fino alle proposte sul fronte del welfare a favore delle famiglie. Tutte misure che il governo, se vorrà introdurre, dovrà finanziare con tagli di spesa o aumenti di altre tasse. Ma senza usare la carta del deficit. Un’impresa non facile se si pensa che la scorsa manovra, lievitata fino a 35 miliardi, era stata coperta per metà, circa 17 miliardi, proprio dal deficit. Ora, con i paletti di Bruxelles, il governo potrà utilizzarne al massimo 6,5.