Migrazioni di massa utilizzate come arma geopolitica – AWD News

13 Maggio 2016 0 Di ken sharo

Da tempo sosteniamo che le migrazioni di massa sono utilizzate come arma strategica da parte delle centrali del potere imperiale per scardinare e disarticolare l’assetto sociale dei paesi destinati ad essere assoggettati e omologati al dominio dell’impero anglo USA.Bisogna constatare come una profonda divisione sia stata creata artificialmente separando la comunità della Resistenza, per il motivo di voler negare l’esistenza e l‘utilizzo di quest’arma e dei suoi micidiali effetti. Ancora oggi buona parte di quei gruppi, partiti e organizzazioni che sono catalogabili nella sinistra mondialista, si ostinano a diffamare e vilipendiare tutti coloro che si schierano contro questa strategia dell’invasione migratoria pianificata e che per questo motivo vengono definiti “razzisti” e “fascisti” o fautori della supremazia bianca.In questo artificio dialettico sono caduti anche coloro i quali a parole si dichiarano antagonisti o oppositori della società capitalista, dimostrando poi di prestarsi efficacemente al gioco dei dominanti e rientrando nella vasta categoria degli “utili idioti” al servizio del grande capitale. Questo è uno dei frutti avvelenati della propaganda imperialista statunitense che è riuscita a confondere le menti fin da quando sono apparsi i primi teorici “neo cons” del così detto ” scontro di civiltà”.Si tratta di una chiara strategia finalizzata a divedere e mettere gli uni contro gli altri tutti quei settori di opposizione che potrebbero essere unificati in un fronte comune di lotta anti imperialista.La sinistra mondialista non è nuova nel prestarsi a tutti gli sporchi giochi dell’imperialismo ed a fungere da pedina o da quinta colonna delle strategie di potere di Washington. Non possiamo scordarci le campagne di diffamazione contro gli esponenti laici e nazionalisti del mondo arabo (da Gheddafi ad Assad) o, prima ancora, contro i capi di Stato nazionalisti dell’America Latina che hanno cercato di affrancarsi dal dominio imperiale USA, da Peron a Chavez e Correa. Anche questa volta la sinistra rivela la sua maschera di totale subordinazione alle centrali del potere dominante ed emergono le tracce dei finanziamenti elargiti dai vari George Soros, dalla Goldman Sachs e dal FMI a tutti i movimenti che favoriscono l’immigrazione di massa in Europa come “fatto umanitario”.Analisti esperti come Alain de Benoist, James Petras, ed altri, hanno descritto in forma approfondita di come questa nuova tendenza sia sintomatica di una grande manifestazione della quinta guerra generazionale che gli USA stanno scatenando contro il mondo multipolare, in cui Washington cerca di provocare il fantomatico scontro di civiltà che potrebbe sbaragliare tutte le avanzate effettive che la Russia ed altri soggetti hanno fatto per far retrocedere l‘egemonia imperiale degli USA.Bisogna comprendere le ragioni strategiche per cui gli USA hanno progettato dal suo inizio la crisi migratoria attraverso la destabilizzazione di paesi (Medio Oriente ed Africa) e l’utilizzo delle loro pedine:gruppi islamisti, Turchia, Arabia Saudita e Qatar.Di queste pedine, il primo, costituito dai gruppi islamisti come Al Qaeda, Al Nusra e l’ISIS, sono stati utilizzati come le “avanguardie mercenarie” della destabilizzazione per conto dell’egemonia USA ed hanno svolto egregiamente il loro compito prima in Afghanistan, poi in Libia e di seguito in Siria, raccogliendo persino inizialmente il plauso della sinistra che ha visto in loro i “ribelli” ed i “rivoluzionari” (vedi le lodi fatte ai ribelli siriani da parte del ministro francese Laurent Fabius e dal ministro Belga).Una volta chiarito questo, rimane indiscutibile il fatto che uno dei principi base della comunità della Resistenza è l’opposizione alle politiche aggressive e segregazioniste dello Stato di Israele ed alla sua occupazione illegittima delle terre palestinesi. La costituzione stessa dello Stato di Israele, nelle sue origini, ha rappresentato l’immedesimazione letterale dell’immigrazione utilizzata come arma geopolitica e strategica di disarticolazione delle comunità originarie di un territorio. Basti pensare all’emigrazione di massa degli ebrei dall’Europa verso la Palestina, allora colonia britannica. L’affluenza in massa della popolazione ebraica ebbe un effetto di destabilizzazione per la comunità palestinese originaria, per quanto questo processo fu legittimato da un generalizzato complesso di colpa derivante dalla percezione che gli ebrei formassero una categoria speciale di vittime della Seconda Guerra Mondiale.Questa narrativa è stata naturalmente enfatizzata dalla propaganda sionista ed abilmente sfruttata in modo da giustificare “in primis” la creazione dello Stato di Israele e la colonizzazione della Palestina, con l’espulsione di buona parte della popolazione originaria,e successivamente per occultare le violenze, la sopraffazione e la segregazione attuata contro la stessa popolazione dei territori occupati e la politica aggressiva dello Stato di Israele.Non a caso sono comprovat

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