Pd romano, il tribunale sospende la riorganizzazione dei circoli di Orfini
20 Maggio 2016I giudici sospendono la delibera dello scorso settembre: «In contrasto con statuti Pd, limitate le facoltà iscritti». Il ricorso presentato da alcuni iscritti: «Pregiudicata la nostra autonomia»
Il Tribunale civile di Roma ha sospeso in via cautelare la delibera con al quale il commissario del Pd di RomaMatteo Orfini nel settembre 2015 ha riorganizzato il partito romano riformando i criteri di tesseramento e i circoli. Rigettato invece il ricorso che chiedeva la sospensione della nomina dello stesso commissario. In sostanza il Tribunale civile in un’ordinanza ha accolto le istanze di alcuni iscritti del Pd romano e ha sospeso la delibera che disciplina il tesseramento 2015 e la riorganizzazione dei circoli della Federazione romana del Partito Democratico arrivatadopo l’inchiesta Mafia Capitaleche ha travolto anche alcuni esponenti del Pd capitolino.
L’autonomia dei circoli
Il tribunale osserva che «la delibera del commissario appare in contrasto sotto vari aspetti con gli Statuti nazionale e regionale (del Pd, ndr), rischiando di limitare le facoltà riconosciute agli iscritti.». Sempre i giudici rilevano che la delibera «appare contrastare con la disposizione statutaria, che riconosce ai circoli autonomia organizzativa, politica e patrimoniale e parimenti contrastante con l’autonomia organizzativa dei Circoli appare la disposizione della delibera, in cui si attribuisce al commissario il compito di emanare l’elenco delle sezioni territoriali, delle sezioni del lavoro e delle sezioni tematiche, tenendo conto della sostenibilità economica».
«Pregiudicata la partecipazione»
Il ricorso al tribunale è stato presentato da alcuni iscritti al Pd seguiti dagli avvocati Anna Falcone e Antonio Pellegrino Lise . Tra i ricorrenti anche Giancarlo Ricci che spiega: «Dopo lo scandalo dell’inchiesta Mafia Capitale Orfini, chiamato a ripristinare condizioni di trasparenza e democrazia interna nel partito romano, ha di fatto utilizzato i suoi poteri per imporre un nuovo assetto organizzativo, travolgendo anche le sorti e i diritti degli iscritti in regola e che nulla avevano a che vedere con l’inchiesta». «Blindando in un numero fisso i circoli, senza alcuna possibilità per gli iscritti di crearne nuovi, e stabilendo modalità di tesseramento ed iscrizione al partito diverse da quelle ordinarie», la delibera del 27 settembre 2015 «avrebbe finito per pregiudicare i diritti di partecipazione politica degli iscritti» sostengono i ricorrenti.
La precisazione del Pd
«In merito a quanto riportato da alcune agenzie di stampa occorre chiarire che la ordinanza a cui si fa riferimento in verità non solo conferma la legittimità del commissariamento – contestata dai promotori del ricorso – ma considera altresì legittima la scelta di sciogliere gli organismi e di deliberare sul tesseramento e sulla riorganizzazione». È quanto si legge in una nota della Federazione del Pd Roma. «Concede invece la sospensiva cautelare (in attesa della valutazione definitiva) sul regolamento del tesseramento 2015 che considera contradditorio in alcuni passaggi. Passaggi che verranno chiariti in sede di reclamo. Giova ricordare, inoltre, che parliamo di un regolamento superato dato che la settimana prossima comincerà il tesseramento del 2016 che come da prassi sarà regolato da una nuova delibera».
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