Sfratti a mamme con bambini cresciuti del 72% in due anni – Corriere.it

22 Maggio 2016 0 Di luna_rossa

Il sindacato: gli appartamenti sono limitati. Il Comune: è emergenza

di Rossella Verga

In strada, sfrattate senza alternative. Tante, troppe mamme con i loro bambini piccoli bussano alla porta del Comune. Non tutte trovano posto, talvolta sono costrette ad «emigrare» in comunità fuori Milano perché in città il sistema di accoglienza è full. E poi ci sono i padri, che si devono arrangiare in qualche modo. È questa l’emergenza nell’emergenza. Una situazione drammatica alla quale le istituzioni non riescono a porre rimedio, perché l’offerta abitativa a canoni sociali è largamente inferiore al bisogno.Dal 2013 al 2014 si è registrato un aumento del 46 per cento degli sfratti privati che coinvolgono madri con figli minori. Se prendiamo in considerazione il biennio, dal 2013 al 2015, il dato s’impenna: la crescita è addirittura del 72 per cento. «Gli sfratti che coinvolgono mamme con bambini piccoli — conferma l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino — rappresentano la vera emergenza del momento». Per far fronte alle richieste di accoglienza, nel 2014 il Comune ha fatto ricorso alle comunità con costi altissimi. L’anno scorso si è deciso di tentare anche la strada della residenzialità temporanea: piccoli appartamenti reperiti con l’aiuto del terzo settore che vengono assegnati per un massimo di diciotto mesi, in strutture gestite dal privato-sociale. Ma qui vengono ospitate solo le mamme e i bambini, niente uomini se non in casi di malattie o di problemi gravissimi. Lo spettro è quello delle occupazioni a oltranza.

Nel 2015 gli sfratti di nuclei con minori sono stati 394, con la sistemazione in comunità di 84 minori con la madre e di 42 famiglie collocate in altre realtà. E c’è anche chi rifiuta l’ospitalità, per lo più sono gli italiani, che a volte riescono a fronteggiare l’emergenza nell’ambito familiare (in 25 l’anno scorso). Per gli stranieri senza rete, invece, questa opzione è quasi esclusa. Nel 2016 finora gli sfratti sono stati 75, 12 minori con mamma sistemati in comunità, 7 famiglie hanno rifiutato il collocamento.Il Comune però ha il fiato corto. Troppe famiglie, che si sono ritrovate prima senza lavoro e poi senza casa, non sanno dove andare. Il Sicet parla di almeno 200 nuclei sulla strada. La situazione è «drammatica» e le disponibilità sono limitate.«Le comunità madri-bambini, le residenze sanitarie assistenziali per gli anziani e i centri di accoglienza per adulti in difficoltà — segnalano a Palazzo Marino — sono stati fino a giugno dello scorso anno la soluzione prevalente messa in atto nell’ambito delle Politiche sociali. L’obiettivo è l’accompagnamento sociale verso l’autonomia». Ma la nuova strada è appunto la sistemazione in residenza sociale temporanea, «che è più appropriata alle esigenze delle famiglie e consente un risparmio di 30 mila euro all’anno per nucleo». Una famiglia in comunità costa infatti all’amministrazione circa 38 mila euro annui, con la stessa cifra nella residenza a tempo se ne possono accogliere almeno quattro (8 mila euro a nucleo).

Complessivamente sono stati accreditati 1.000 posti letto, coinvolgendo 48 enti. Il Comune, che ha investito per le convenzioni con il privato sociale 8,5 milioni di euro nel triennio 2015-2018, da parte sua ha messo in campo 31 abitazioni in via Appennini, viale Jenner (bene confiscato alla mafia), via Zoagli, via Ebro e via Rimembranze di Lambrate (2 alloggi).

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