Thyssen, il procuratore generale firma gli ordini di carcerazione: in cella i condannati – Repubblica.it
15 Maggio 2016Si aprono le porte del carcere per i quattro dirigenti italiani, due si presentano in questura a Terni, gli altri a Torino. Procedura differente per i tedeschi Espenhahn e Priegnitz
Si sono già aperte le porte del carcere per i quattro dirigenti italiani della Thyssen le cui condanne, per il rogo dove persero la vita sette operai nel dicembre 2007, sono diventate definitive. Tutti si sono consegnati spontaneamente come avevano concordato tramite i loro avvocati con la procura generale alla viglia della sentenza. Così quando dal Palazzo di giustizia sono partiti gli ordini di carcerazione per i quattro imputati, tutti stavano già concludendo le pratiche burocratiche per scontare le condanne che ieri sera la Corte di Cassazione ha deciso, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Torino. La pena più alta è quella a 9 anni e 8 mesi inflitta all’ad Harald Espenhahn, quella più bassa, di 6 anni e 3 mesi, per i manager Marco Pucci e Gerald Priegnitz. Condannati inoltre gli altri dirigenti Daniele Moroni a 7 anni e 6 mesi, Raffaele Salerno a 7 anni e 2 mesi e Cosimo Cafueri a 6 anni e 8 mesi.
A Torino è arrivato al carcere delle Vallette, accompagnato dai carabinieri e dall’avocato Guglialmo Giordanengo, Cosimo Cafueri, che in mattinata si era costituito ai carabinieri della stazione di Castiglione Torinese. Marco Pucci e Daniele Moroni, dirigenti della Ast-Acciat Speciali Terni, si sono consegnati in questura a Terni poco dopo le 9,30 e, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti nel carcere ternano di Vocabolo Sabbione. Anche il torinese Raffaele Salerno si è presentato al commissariato di Rivoli, alle porte del capoluogo piemontese, da dove è poi stato trasferito in prigione.
Diversa invece la procedura per i due condannati tedeschi, Hespenhahn e Priegnitz. Per loro è stato emesso un mandato di cattura europeo dalla procura generale di Torino. A occuparsene, secondo gli accordi tra i due Paesi, sarà l’autorità giudiziaria tedesca. Un effetto del Mae è che se i due condannati lasciano la Germania possono essere arrestati immediatamente.
Si chiude così, all’indomani della seconda e ultima sentenza della Cassazione un travagliato e doloroso iter giudiziario durato oltre otto anni. A Torino questa mattina si è celebrata una commemorazione delle vittime della Thyssen. “La conferma della sentenza ha finalmente fatto giustizia” ha detto il sindaco Piero Fassino in occasione della tappa torinese del tour nazionale della sicurezza Anmil di Bruno Galvani che, con la sua carrozzina motorizzata sta girando l’Italia per sensibilizzare sui temi della sicurezza del lavoro.”Il dramma accaduto a Torino nel 2007 ci ricorda che sono ancora troppe le vittime sul lavoro – ha detto Fassino -. i passi da compiere per rendere sicuro e dignitoso il lavoro è sono ancora molti e grazie al tour dell’Anmil si sottolinea proprio l’importanza della sensibilizzazione, anche degli stessi lavoratori”.
Ma, tra lunghezza abnorme del processo e critiche alla condotta in aula dei parenti delle vittime, che ieri sono usciti dall’aula gridando ai giudici “vergogna, venduti” dopo che il pg aveva chiesto un nuov annullamento del processo, l’indomani della sentenza non è esente dalle polemiche. “Non dite più che abbiamo preso i soldi. Non volevamo i soldi, ma la vita dei nostri cari”: ha detto Gianna Pisano, zia di Roberto Scola, alla cerimonia di commemorazione con Fassino. E più tardi sul profilo Fb di Antonio Boccuzzi è comparso un commento in difesa degli imprenditori condannati. “Si vergogni” così si chiude uno dei messaggi lasciati in merito alla fine del processo sulla pagina Facebook di Antonio Boccuzzi, operaio Thyssen sopravvissuto all’incendio del 2007 e ora parlamentare. L’autore, Tommaso Giovannini, originario di Terni, prende le difese di uno dei condannati. “Sono state rovinate – si legge – le vite di 7 persone innocenti e famiglie, e da ieri avete rovinato la vita di un’altra persona innocente e della sua famiglia. Non vi rendete conto dei danni che potete provocare, e per un caso puramente mediatico ci avete giocato”. “Hai giocato con la vita delle persone – è stato il messaggio del ternano – e hai malfamato una persona che è partita da zero e si è creata la sua carriera. Ora
hai contribuito a rovinare la sua vita e quelle dei suoi familiari e figli. Avete creato un caso mediatico e per questo ci ha rimesso una persona che non aveva nessuna responsabilità e colpa. Per la vostra visibilità ci rimettono le persone innocenti. Vergogna”. Il messaggio è a commento di un post che Boccuzzi aveva pubblicato lo scorso 19 gennaio per criticare la nomina di Marco Pucci, imputato al processo Thyssekrupp, a direttore generale dell’Ilva di Taranto.