Concordia, la Corte d’appello conferma la condanna a 16 anni e 1 mese per Schettino – Repubblica.it
1 Giugno 2016repubblica.it – Concordia, la Corte d’appello conferma la condanna a 16 anni e 1 mese per Schettino. L’ex comandante della nave naufragata all’Isola del Giglio non era in aula a Firenze, dove si è svolto il processo – di GERARDO ADINOLFI E MICHELE BOCCI
FIRENZE La sedia dell’imputato, nell’aula del Palazzo di giustizia di Firenze, è stata ancora una volta vuota. Come in tutte le dieci udienze del processo d’appello, e come durante la sentenza di primo grado a Grosseto. E identico al primo grado è stato anche il verdetto: la conferma a 16 anni e 1 mese di reclusione per l’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, unico imputato per il naufragio all’Isola del Giglio. Era il 13 gennaio 2012, le vittime furono 32, oltre 100 i feriti.
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Questa volta Schettino ha aspettato la sentenza nella sua casa di Meta di Sorrento (Napoli). Non è uscito per tutto il giorno, neanche per prendere il caffè. Una lunga attesa iniziata fin dal mattino e che si è conclusa alle 20.30 quando la Corte, dopo oltre otto ore di camera di consiglio, ha pronunciato la sua decisione: ricorsi delle parti “inammissibili” – hanno letto i giudici – sia quello della procura di Grosseto che dei difensori dell’ex comandante.
E così condanna confermata in pieno con la Corte che ha anche disposto l’interdizione dai titoli professionali marittimi per cinque anni in relazione al delitto di naufragio colposo, e lo ha condannato al pagamento delle ulteriori spese processuali. Il procuratore generale aveva chiesto 27 anni, uno in più della richiesta del pm nel processo al tribunale di Grosseto.
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Le reazioni. A Schettino la decisione è stata annunciata per telefono dal suo difensore Donato Laino: “Vogliamo capire come mai la Corte è arrivata a confermare la condanna”, ha detto – la sentenza non ha tenuto in conto le nostre argomentazioni”.
Nessun commento ma palese soddisfazione invece tra i banchi dell’accusa. Il sostituto procuratore generale Giancarlo Ferrucci non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. I pm di Grosseto Alessandro Leopizzi e Maria Navarro, pubblica accusa al processo di primo grado, presenti a palazzo di giustizia di Firenze, si sono limitati a dire ai giornalisti di osservare la soddisfazione che avevano sul volto.
I processi. Schettino era già stato condannato in primo grado a 16 anni e un mese l’11 febbraio 2015. Il processo – con 100 faldoni e 56.000 pagine – cominciò formalmente il 9 luglio 2013 con un’udienza lampo, a causa di uno sciopero degli avvocati. Le parti iniziarono poi ad affrontare il tema dal 17 luglio 2013. Da lì, dopo 71 udienze e circa 600 ore di dibattimento, con 180 testi e 18 periti, arrivò la sentenza pronunciata dal collegio del tribunale di Grosseto il 9 febbraio 2015 al Teatro Moderno.
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Quest’anno il secondo grado, col processo di appello al palazzo di giustizia di Firenze scaturito dai ricorsi, non solo dell’imputato e dell’accusa, ma anche delle parti civili. Naufraghi e enti pubblici, tra cui ministero dell’Ambiente, Comune dell’Isola del Giglio, Regione Toscana, rispetto alla prima sentenza volevano ottenere dai giudici penali un incremento dei risarcimenti, non tanto da Schettino quanto dal responsabile civile nel processo ossia Costa Crociere spa, la compagnia di navigazione proprietaria della Concordia. Ma il verdetto di primo grado è stato largamente confermato anche riguardo ai risarcimenti.
I risarcimenti. La corte d’appello di Firenze ha rideterminato però per parte dei naufraghi le somme a titolo di risarcimento danni, aumentandole di una media di 15 mila euro a persona circa. Per il Comune del Giglio è stata confermata una provvisionale da 300.000 euro per il danno non patrimoniale. Soddisfazione parziale di alcuni legali di parte civile che hanno annunciato di voler proseguire nelle loro istanze per ottenere risarcimenti più consistenti.
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Il naufragio. C’erano 4.229 persone a bordo della nave partita da Civitavecchia e diretta a Savona per una crociera nel mar Mediterraneo. Quella sera del 13 gennaio il comandante Francesco Schettino ordinò una rotta ravvicinata all’Isola del Giglio, per motivi turistici, e delegò la plancia di comando a seguirla mentre era a cena in un ristorante della nave. Era il cosiddetto inchino.
Alle 21.44 la Concordia urta gli scogli delle Scole, si apre uno squarcio, entra acqua. C’è un black out e la nave inizia a inclinarsi. L’ultima vittima, dispersa, è stato il cameriere indiano Russel Rebello.
La più piccola Dayana Arlotti, di 5 anni. Ora della Costa Concordia, dopo essere stata prima raddrizzata e poi portata via dall’Isola verso il porto di Genova, non restano che pezzi pronti per essere smantellati e demoliti.