L’ovvio – Di Rita Pani
17 Giugno 2016 0 Di ken sharoGira un “meme” sui Social Network, che invita il personale ospedaliero a dare del lei ai pazienti anziani, a rivolgersi a loro considerando il rispetto che meritano, soprattutto per la loro età, e per la vita che hanno vissuto perché il solo fatto che siano vecchi, malati e indifesi, non significa che siano deficienti. La prima volta che l’ho letto ho ripensando all’orrido figuro inurbano che ha assistito mio padre nell’ultimo periodo della sua vita, finita persa ancor prima che cessasse su quel letto da malato. Ho pensato a quando avrei voluto entrare nella stanza e ricordargli che stava parlando a “mio padre”, una persona sempre civile e rispettosa, che quasi dava del lei anche a un bimbo con un poco di peluria sotto il naso, di rivolgersi a lui col rispetto che meritava e che lo avrebbe decisamente aiutato a conservare la sua dignità. Ogni volta che mi trovo davanti a questi inviti alla civiltà, ancora mi stupisco un poco. Resto perplessa come quando da bambina, davanti ad uno dei primi cartelli che apparivano nelle pinete vicino al mare – “Vietato accendere fuochi” – che raffigurava la fiamma alle radici degli alberi, chiesi a mio padre: “Che senso ha? Chi mai potrebbe pensare di accendere un fuoco in pineta?” E mi stupisco ora, più anziana che adulta, ogni volta che mi trovo qua a ragionare, scrivendo parole, sulle ovvietà che ci troviamo costretti difendere o insegnare, denunciare o rivendicare. Quanto è difficile ogni volta, doversi schierare dalla parte giusta. Dalla parte ovvia! Quanto è mortificante dover gridare no e con forza a cose che ormai non dovrebbero rappresentare né un problema, né un pericolo. Una lunga lista che annovera tutte le diversità, tutte le ingiustizie, tutte le brutture, tutto il medioevo che ritorna. Ed ogni volta c’è il riscontro confortante, che ti lascia sperare in un domani libero da tutto lo squallore che viviamo. Un mondo di tutti i colori, di tutti i sessi, di tutti gli amori, di tutti liberi e uguali, di tutti diversi e tutti umani. Tutti rispettati per ciò che si è. Un mondo capace di non uccidere un nero, un omosessuale, una donna, un cristiano o un ebreo, come pure un senza Dio. Ma il conforto dura poco, perché poi apri un giornale, uno di quelli delle inchieste sui migranti resi schiavi, che era a favore dei drappi rossi, uno di quelli delle fotogallery pro Orlando, anti “femminicidio”, e leggi che un vecchio porco, operato di cuore appena tornato in vita “Sta bene, ha già fatto una battuta sull’infermiera”. Allora, si staccano le dita dalla tastiera e si alzano le mani … prendiamo la nostra civiltà, le nostre lotte, le nostre parole e gettiamole al cesso. Tanto è là che devono stare.Rita Pani (APOLIDE)
Sorgente: Facebook
CategoriaDiritti sociali