Nessuno può illudersi: se Londra se ne va fallisce il progetto Ue – origamisettimanale.it/La Stampa
10 Giugno 2016
origamisettimanale.it – perché non possiamo non dirci inglesi. Nessuno può illudersi: se Londra se ne va fallisce il progetto Ue. – di stefano stefanini
Resteremo tutti un po’ inglesi anche se il Regno Unito esce dall’Ue. Continueremo a vedere nel fumo di Londra il fascino discreto dell’eleganza senza tempo, a invidiare l’obiettività della BBC e chiederci cosa faccia ridere nell’humour britannico.
I nostri allenatori certo non saranno cacciati, e neanche la maggioranza dei centomila e più giovani italiani che ha cercato oltre Manica la fortuna che non trovava in patria. I legami fra società e culture sono più forti della miopia politica.
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Molti europeisti, anche in Italia, si domandano se l’uscita del Regno Unito non darebbe al resto dell’Europa l’impulso verso l’unità politica, su cui Londra ha sempre frenato. Hanno dalla loro una lunga serie di precedenti in cui Londra ha fatto da zavorra all’obiettivo ambizioso del “più Europa” sostenuto da (quasi) tutti gli altri (per quanto dimentichino che la Costituzione fu respinta dai referendum francese e olandese, non da UK).
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È un punto di vista rispettabile che non regge a una doppia analisi. Primo, fuori Londra, quanti altri paesi Ue sono oggi disposti a un cambio di marcia verso più integrazione e più cessioni di sovranità? Forse l’Italia; forse la Germania – a condizioni tedesche; pochi altri anche all’interno del nocciolo duro dell’eurogruppo.
Secondo, quella che rimarrebbe sarebbe veramente quella “Europa tedesca” che Helmut Kohl voleva assolutamente evitare. Con Francia debole come non mai, Italia in timida ripresa, Spagna politicamente frammentata, Polonia su un corso nazionalista, nessuno sarebbe in grado di equilibrare l’obiettiva preponderanza di Berlino.
Un coro di voci, dal G7 alla Cina, ha messo in guardia Londra contro i rischi e le scosse economiche globali di un’uscita dall’Ue. Solo i britannici votano e decideranno in piena libertà democratica, che è anche libertà di sbagliare. Tutto il possibile è stato detto. Nel resto dell’Europa e del mondo siamo ormai poco più che spettatori. O tifosi: devono far riflettere le aperte simpatie per Brexit dei leader populisti e anti-europei, come Le Pen e Salvini (e Donald Trump). Lungi dal temere una reazione pro-Europa all’uscita del Regno Unito, vi vedono l’inizio di un processo di disgregazione dell’Ue che intendono cavalcare.
L’uscita di Londra non avvicinerebbe le rigidità nordiche alla domanda di crescita dei paesi del Sud né renderebbe più malleabili quelli che rifiutano ostinatamente la condivisione degli oneri dell’immigrazione e dei rifugiati
Un’Europa senza Regno Unito sarebbe più piccola e più limitata nel raggio d’azione internazionale, ma non più omogenea. L’uscita di Londra non avvicinerebbe le rigidità nordiche alla domanda di crescita dei paesi del Sud né renderebbe più malleabili quelli che rifiutano ostinatamente la condivisione degli oneri dell’immigrazione e dei rifugiati.
La lotta al terrorismo e ai traffici dovrebbe comunque trovare canali efficaci di cooperazione. L’Europa si troverebbe alle prese con i soliti problemi, avendo perso un pezzo importante di capacità politiche, economiche, strategiche, militari. Si sarebbe divisa nel momento del bisogno, con conseguente calo di credibilità internazionale.
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“L’inglese”, non solo la lingua, permea la cultura europea così come storia e politica di Londra s’intrecciano indissolubilmente col continente. L’Ue, con tutte le sue imperfezioni, rappresenta l’esperimento storico di dare unità a capacità nazionali che mostrano la corda nel mondo globalizzato. Se il Regno Unito esce dall’Europa l’esperimento è fallito.
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Sorgente: Nessuno può illudersi: se Londra se ne va fallisce il progetto Ue – La Stampa