Oggi come quarant’anni fa la posta in gioco è il diritto di scelta della donne | huffingtonpost.it
27 Febbraio 2017 0 Di uboot96
huffingtonpost.it – Oggi come quarant’anni fa la posta in gioco è il diritto di scelta della donne – Antonella Soldo : Presidente Radicali Italiani
In Molise c’è un ginecologo non obiettore che ogni lunedì mattina si sveglia e sa che in quella settimana gli toccherà praticare anche 4 o 5 interruzioni volontarie di gravidanza. Per la precisione 4,7.
Infatti in tutta la regione c’è un solo altro collega non obiettore, il quale però non è assegnato ai servizi di interruzione di gravidanza, ma ha il compito di sostituirlo quando lui non c’è.
E quando entrambi sono costretti ad assentarsi lo stesso giorno? Inevitabilmente accade che il servizio risulti sospeso in quella regione.
Il Molise è la punta dell’iceberg di una situazione insostenibile che vede il 70% dei ginecologi fare appello all’obiezione di coscienza. Un dato in aumento rispetto all’anno precedente.
E che rischia di snaturare definitivamente il dettato della legge 194.
Una legge che ha fatto emergere un fenomeno clandestino, lo ha regolarizzato e ne ha abbattuto l’incidenza. Nel 2015, infatti, le interruzioni volontarie di gravidanza sono state meno di 90mila: il 9,3% in meno dell’anno precedente, e oltre il 70%in meno rispetto ai primi anni Ottanta.
Il profilo tipo della donna che ricorrere oggi all’interruzione di gravidanza è quello di una donna giovane ma non giovanissima (tra i 25 e i 34 anni) nubile (57% dei casi) con un’istruzione medio alta (65%) non sempre occupata (solo il 45% lavora) e che non ha altri figli (45%dei casi). Dunque si può supporre una donna indipendente,magari con un lavoro precario, ma perfettamente consapevole della propria scelta.
Diversa è la situazione delle donne straniere nel nostro paese: da queste proviene un terzo di tutte le richieste di IVG nel nostro paese. In questo caso si tratta di donne che non hanno un lavoro (55% dei casi) possiedono un’istruzione molto bassa (53%) e sono per lo più sposate (48%). Qui si può immaginare che le condizioni di vulnerabilità sociale giochino un ruolo non trascurabile.
Questi dati, dunque, vanno letti e analizzati nella loro complessità: vanno cioè calati nella materialità delle esperienze singole, delle storie e dei corpi di ognuna. Infatti, oltre il tema della laicità dello stato, oltre l’appello alla grammatica dei diritti e oltre lo spauracchio di un ritorno agli aborti clandestini – tutti argomenti validissimi – il vero cuore della questione resta quello della “volontà” (interruzione volontaria di gravidanza).
Oggi come quarant’anni fa “la posta in gioco è quella della libertà, dell’autonomia e della responsabilità femminile”, come ricordava Cecilia D’Elia in un prezioso libro militante (L’aborto e la responsabilità, Ediesse, 2008) che vale la pena riprendere in mano in questi giorni.
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Sorgente: Oggi come quarant’anni fa la posta in gioco è il diritto di scelta della donne | Antonella Soldo