Roberto Saviano, una serie sui re del crimine: “La tv nazionali hanno dimenticato le cose da approfondire” – TV/Radio – Spettacoli – Repubblica.it
8 Settembre 2017
repubblica.it – Roberto Saviano, una serie sui re del crimine: “La tv nazionali hanno dimenticato le cose da approfondire” – di LUIGI BOLOGNINI
Dal 4 ottobre su Nove ‘Kings of crime’: lo scrittore racconta le organizzazioni criminali italiane e internazionali attraverso la storia dei boss. “Le tv hanno dimenticato le cose su cui si dovrebbe approfondire”. Nel palinsesto del gruppo Discovery anche il ritorno di Crozza, nuovi reality e serate evento con Siani, De Sica, Cracco, Morandi e Rovazzi
MILANO – La tv di Maurizio Crozza (e Antonino Cannavacciuolo, e Max Giusti) diventa anche la tv di Roberto Saviano. Per quattro mercoledì a partire dal 4 ottobre lo scrittore debutterà sulla Nove con Kings of crime, una serie di factual discovery (una volta si sarebbe detto inchiesta-documentario) sulle vite dei boss della criminalità organizzata e del narcotraffico.
È la novità maggiore del palinsesto del gruppo Discovery, di cui sentiremo parlare nel 2018 anche perché trasmetterà sui suoi vari canali, tra cui Eurosport, le Olimpiadi invernali di febbraio.
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A breve (venerdì 22) tornerà Maurizio Crozza con nuove imitazioni tra cui il ministro Minniti, presto arriveranno per serate evento anche il duo Alessandro Siani e Christian De Sica, Carlo Cracco e Gianni Morandi e Andrea Rovazzi, e reality nuovi come quello sul centro anti obesità giovanile di Caserta e quello sui problemi di cuore dei teenager.
Programmi sconvolgenti, per un gruppo guidato dal canale Nove, cresciuto dell’84% in prima serata e in generale arrivato a toccare il 9,5% del pubblico tra i 25 e i 54 anni.
Ma la ghiotta notizia è appunto Kings of crime, il ritratto, fatto da Saviano in prima persona, di tre boss: nell’ordine il 4 ottobre il camorrista Paolo Di Lauro (a cui lo scrittore si è ispirato per il personaggio di Don Pietro Savastano di Gomorra), l’11 il narcotrafficante messicano El Chapo e il 18 il re della ‘ndrangheta, il misteriosissimo Antonio Pelle. In più, nella seconda serata del 4, un’intervista al pentito Maurizio Prestieri, «un incontro difficile perché dovevo smontare ogni messaggio che voleva mandare all’esterno».
Racconti che saranno poi trasmessi in America Latina, Spagna, Portogallo, Francia e Germania. Ma il problema sembrava proprio l’Italia: «Quando con la collega Federica Campana – spiega lo scrittore – abbiamo deciso di raccontare queste storie ci siamo chiesti chi ci avrebbe dato spazio per parlare di sangue, violenza. Ormai le tv vogliono altro. Ma Nove ci ha voluto subito».
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Saviano definisce questa trasmissione una serie del genere “factual”: «Ormai dopo Gomorra tutti mi chiedono di scrivere serie: danno la possibilità di andare oltre l’intrattenimento, facendo anche approfondimento, ed è la prima volta che si fa una trasmissione di questo stile in Italia.
Per questo ho voluto ambientarla in un’università, parlando agli studenti, mi pare che ci sia un approccio scientifico. Anche se l’obiettivo è prendere ogni singolo spettatore e farlo sprofondare nelle storie.
E storie con temi difficili e importanti come questo: le tv nazionali stanno dimenticando le cose su cui si dovrebbe approfondire. Si parla solo di immigrati, un tema su cui non servono ragionamenti: o sei a favore o sei contrario, quasi per riflesso condizionato, per ideologia. Non è difficile avere un’opinione.
Sulla criminalità organizzata e il narcotraffico invece sì, devi essere informato ed è questo che vogliamo fare».
Saviano prevede facilmente le reazioni a Kings of crime, «perché saranno le stesse che incontrano i miei lavori. Qualcuno dirà che l’Italia non è questa.
Qualcun altro che queste cose si sanno già. In realtà queste cose non si sanno e questa è l’Italia, ma non solo: mafie e narcotraffico sono una realtà mondiale»