Del dolore e dell’attesa – Domenicale del 5 novembre 2017 – by [email protected] – un colpo di remo

5 Novembre 2017 0 Di uboot96

uncolpodiremo – Del dolore e dell’attesa. .. verrà quel giorno ma ora no!
Domenicale del 5 novembre 2017

Una pagina che é quasi un editoriale, historia di una settimana tra cose serie, seriose e serissime del nostro Purgatorio Comunitario. – [email protected]

Il signor Governo del Mondo sempre in cerca di una propria definizione e di una città capitale, sta ormai in equilibrio sulle attività da concedere, lui così draconianamente capitalista, ad una massa urticante e confusa più desiderosa di costruire muri invece che ponti licenza del dire e dell’imparare, così a turno concede e nell’altro vieta ricattando gli uni contro gli altri che spesso si affannano a indirizzare le proprie energie per costruire una uguaglianza.

“The boss” dimostra d’essere senza idee elevate e allora rimastica azioni & parole ormai datate. Elargisce così divisione e non uguaglianza, fondamento di lotta scomparsa anche dal lessico quotidiano dei rappresentanti politici e mostra il dito al “belare” contemporaneo dei vinti e dei vincitori che domandano svago e scemenza da fine settimana.

D’altronde tutti lavoriamo senza scopo e con l’unica mèta dell’arricchimento momentaneo per cambiare classe come cambiamo lo scompartimento viaggiante.

Il cotonato palzzinaro di new york spende e spande miliardi di dollari per barriere contro l’immigrazione dal centro-america e army per primati atomici e slot-machine da testare sui paesi del cattivo presente che vorrebbero la fine dell’ingiusto modello economico che gli USA & getta hanno fieramente spacciato e imposto a tutti i paesi del globo e da Washington ci ricorda che é in armi contro tutti quelli che si permettono di dissentire proponendo un altro modello di sviluppo.

Le prove generali già dai tempi del Cile, di Cuba ora dal Venezuela sono state effettuate. Così come gli antagonisti un tempo fecero in Ungheria, Cecoslovacchia e a Berlino tra canzoni di unaltro tempo.

Ma sappiamo ormai che la fumosa democrazia liberale non è altro che l’espressione della prima classe votata al sempre proprio maggior arricchimento.

The nord-americans Presidént, inconsapevole destinato all’oblio quando invece potrebbe entrare nei libri di Storia se indirizzasse potere e energie per il benessere quotidiano del Mondo intero.

Basterebbe così poco se solo avesse la capacità di sognare.

Intanto il registro viene aggiornato dal nuovo esodo della popolazione rohingya tra il Myamar la premio nobel Aung San Suu Kyi, e il Bangladesh che vanno ad aggiungersi al dramma epocale di migranti & profughi in fuga dall’inferno libico e da altri paesi dell’Africa nera e profonda stanchi dopo la miriade di tentativi e colpi di stato, di soffrire ed essere uccisi nel provare a costruire società diverse, che sono nelle mani dei moderni colonialisti.

Si va dalla distruzione dei templi di Gerusalemme e in tutti i territori usurpati, ai Kurdi sempre più lontani dalla propria terra e dall’avere una propria nazione.

Così come capita ai bambini e alle donne dello Yemen di etnia Houthi che vendono i propri organi per sopravvivere e che dopo essere stati comprati al mercato dei ricchi Sauditi sono divenuti scarto e si sottopongono a test del colera per migliorare le armi dei miliardari sceicchi arabi.

Nessuno sente i pianti delle donne della Nigeria stuprate e poi spedite nelle grandi città del nord a soffrire la propria esistenza sui marciapiedi di città luccicanti e disumanizzate che sono palcoscenici dello svago e scemenze del fine settimana.

Come il dolore fintanto non divenga personale sia materia cruda e letteraria al massimo. Un luogo, un orizzonte impalpabile, impersonale dove le “bombe” le sentiamo cadere sempre dall’alto, l’esplosione è lontana e dilaniare è verbo dell’altro, troppo lontano. Il giorno è lungo da passare e nessuno aiuta chi rimane e chi invece vuole andare..

Anche per questo diritto bisogna filare in Svizzera quasi come turista e si può avere dei problemi alla frontiera.

Ecco qua, non avendo alcun obiettivo superiore alla sopravvivenza, come se questa fosse “robba minore” ci illudono giorno giorno d’essere importanti perché siamo necessari al flusso di lavoro & spesa, e la maggioranza rumorosa dei quasi ricchi-poveri occidentali va ad occuparsi di se’ il venerdì e già al sabato sono stati trasformati in “speranza dell’io me la cavo”, il lavoro, le ferie, i figli, le rate da pagare che non voglio sapere dei mali del Mondo che c’ho già i miei problemi da soluzionare../..

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questa pagina si accompagna bene e volentieri con le note di  Jacques Brel – Ne me quitte pas

Ciao a tutti, ai belli e ai brutti

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