Il giorno di domani sarà tutto diverso – [email protected] – un colpo di remo
12 Novembre 2017uncolpodiremo – Il giorno di domani sarà tutto diverso – di [email protected]
Domenicale del 12 novembre 2017
Una pagina che é quasi un editoriale, historia di una settimana tra cose serie, seriose e serissime del nostro Purgatorio Comunitario.
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Il giorno di domani sarà tutto diverso… Forse queste parole erano nella mente di quanti visto il 100° anniversario, lottarono per una Rivoluzione d’ottobre che doveva cambiare Mondo e che in parte c’è riuscita.
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Ed erano, senza dubbio alcuno parole d’ordine di quei movimenti di uomini nati per migliorare la società presente nei loro giorni, dalla Rivolta dei Ciompi, alle guerre di indipendenza delle colonie americane, le quali non riconobbero gli stessi diritti ai nativi presenti in quel grande paese. Dalla rivoluzione inglese di Cromwel alle giornate della presa della Bastiglia in terra di Francia.
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Certo erano parole nella mente dei Partigiani che lottarono per sconfiggere il nazi-fascismo d’Europa duralte la seconda guerra mondiale, i quali sono stati motivo di una grande speranza e da quella lotta risultò l’affermazione di un “movimento” poi divenuto Partito Comunista Italiano che tanta influenza ha avuto nella costruzione di quella che chiamiamo la democrazia italiana e non solo la Nazione, la patria, lo stato.
L’ideale socialista emerso all’alba delle società industriali cercava giustizia sociale oltre le holding e le multinazionali che il vecchio sistema liberal – democratico aveva sviluppato dall’Europa agli Stati Uniti d’America che ne divenne presto l’alfiere. Alfiere di un capitalismo economico che nient’altro sistema permetteva.
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Chissà perchè hanno sviluppato tanto odio per un comunismo che vuole fraternità e uguaglianza … loro che giurano ancora sulla Bibbia.
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Così negli Stati Uniti il capitalismo antico si rinnovava per mantenere il suo antico potere. E in Italia sull’onda di un’affermazione politica combattente fece presto sentire la sua rinnovata e indiscussa influenza. Giacchè il fascismo non è stato altro che l’arma dissoluta e violenta di quel sistema economico sociale vecchio come il cucco ma che si era visto soppiantare dagli interessi particolari che il suo status propone.
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La svolta autoritaria non poteva gettare via del tutto quell’antico storico sistema basato tutto sul potere di acquisto & spesa, anzi lo accompagnò e in qualche misura esaltò e rafforzò quel sistema che aveva creato le banche e la cambiale, proponendo il risparmio per meglio sentirsi indispensabile e così divenne il gestore della ricchezza accumulata.
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Sono proprio questi gestori assieme ai loro clienti l’animus di un sopruso, anche fascista, che dall’economia passa attraverso il lavoro degli altri ma arricchisce gli amministratori più dei depositanti. Le major, le holding, le compagnie nascono così bene avvantaggiate e sanno come e dove indirizzarsi. Detenere il potere economico finisce per consegnare ai C.d.A. anche il potere politico.
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Tra i filosofi economisti, Karl Marx e altri centrarono immediatamente l’analisi di quegli effetti indesiderati della tausorizzazione e dall’accentramento dei capitali economico-finanziari, e misero in guardia dal pericolo che un legame tra finanza e impresa potesse degenerare attraverso il potere politico nella sovversione di ogni ordine sociale da loro stessi indesiderato, sopprimendo la libertà, sopprimendo l’individuo.
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In questo contesto diventano le forze armate i garanti del sistema sociale non più la liberalizzazione del lavoro e del risparmio, non più la scelta elettorale.
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Gli esempi storici più evidenti sono stati la Repubblica di Weimar in Germania prima della seconda guerra e il Cile di Pinochet, l’Argentina dei generali e i desparecidos, anche il regime Batista in Cuba fu imposto dai “capitani d’impresa”.
In tutto ciò dove sta la forza lavoro? I cittadini lavoratori divisi in classi sociali cosa gestiscono che non gli possa essere strappato? Dalla soluzione di queste istanze e dalla necessità della rappresentanza nascono i partiti politici.
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Tra questi ci sono quelli che vogliono difendere i lavoratori e i proletari e in primis i meno abbienti; chi invece difende e rappresenta nel nome democratico la classe più ricca, nobiliare o di capitale; chi invece si rifà esclusivamente ad una scelta religiosa, ed ecco i guai delle antiche e moderne fratricide contese nell’interpretazione del dogma.
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Un vulnus che solamente l’idea socialista sa di poter gestire se non proprio far scomparire. Ecco l’impresa di stato, la gestione cioè di tutto quello che dall’individuo diventa idea di sfruttamento e di accumulo della ricchezza che si porta appresso una supremazia economica ma non politica, che il socialismo si propone di gestire.
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E’ stata chiamata “economia di stato” e riconoscimento parlamentare.
L’esperienza italiana del Socialismo passa purtroppo attraverso la trasformazione populista di una idea di uguaglianza e fraternità che sfocia nel nazionalismo e poi nel fascismo e ne esce a pezzi, non solo fisicamente poiché subisce due guerre mondiali, ma anche nell’impostazione filosofica perchè nel voler riconoscere la totalità dei soggetti e facendosene garante consegna “armi e bagagli” la totalità del sistema lavoro a quel potere autoritario che si rifà al capitalismo d’assalto, che non è più solamente liberal-democratico come raccontano di la dall’Oceano Atlantico le trad & union e la FED, ma ha costruito l’orizzonte totalitario nazi-fascista. Troppe volte imposto e ancora proponibile.
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Il partito comunista trova lo spazio per inserirsi nella lotta proprio contro questo aspetto, diciamo degenerato, dell’Impresa individuale e dell’accumulo del capitale. Lo fa proponendo un modello di società che ha tra i suo capisaldi l’uguaglianza, la libertà e la fraternità, che lo proietta idealmente alla testa di ogni movimento che voglia cambiare il proprio sistema sociale di riferimento. Essendo solamente – come oggi è evidente – capitalista.
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D’altra parte i pochi esempi realizzati di società socialista hanno costruito da se’ anche la propria tomba impedendo alcune delle libertà che invece ha sempre dichiarato di difendere e promulgare.
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Esempi: dopo la Rivoluzione di Ottobre in Russia, i Consigli/Comitati/i Soviet dei lavoratori stabilirono costituzionalmente che ci fosse la parità di genere tra uomini e donne, che il divorzio fosse legale e anche l’aborto fosse liberalizzato, concedendo la libertà ai movimenti femminili, ma anche la casa, il lavoro, la sanità, l’istruzione diventarono garanzie che lo Stato Socialista offriva ai cittadini.
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In Italia alcuni di questi Diritti Civili sono stati conquistati dai lavoratori solamente negli anni ’70 del secolo scorso, cinquantatre, 53 anni dopo la rivoluzione russa, e per altri stiamo ancora aspettando.
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Ma nell’immaginario collettivo certe conquiste divenute possibili perché avvenne quella rivoluzione non sono presenti, pensiamo piuttosto alla libertà di impresa quale modello americano di sviluppo e pochi o nessuno ci hanno avvertito di coltivare un serpente nell’alveo di quelle libertà economiche che siamo andati cercando.
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Il PCI ci ha provato politicamente ma in quegli anni avendo come esempio l’URSS di Stalin purtroppo non ha fatto presa e solamente durante la segreteria Berlinguer che dichiarò la fine di quel momento propositivo è parso essere positiva costruzione sociale, e speranza politica italiana, ma fatale fu una bottiglietta d’acqua sul palco di Forlì in una torrida estate di comizi elettorali.
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L’altra grande occasione il partito comunista italiano la ebbe alla sua nascita nel 1921 al Congresso di Livorno dove l’ala massimalista del partito socialista dette vita al Pci. Ma non gli fu possibile trasformarsi in un moderno Partito socialdemocratico, anche perchè probabilmente non ebbe ne’ gli uomini capaci, ne’ l’intendimento filosofico per realizzare quello che nell’analisi marxista era una susseguente crescita politica. Lenin era ancora vivo e la gestione politica di quel tempo cozzava anche con l’ordinamento statuale del Regno d’Italia e i propositi della terza internazionale.
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Trasformazione che il partito comunista italiano mancò anche al tempo della segreteria Occhetto che essendo ingenuamente(?) impreparato politicamente, sciolse il Partito, e mandò a casa i suoi aderenti.
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Erano gli anni di M. Gorbaciov che scioglieva l’URSS e al segretario Achille sembrò di essere nello spirito dei tempi. Ci son poi voluti altre tre scissioni e dieci anni per arrivare a questo Partito Democratico che appare ancora impreparato a raccogliere l’eredità politica del Socialismo.
Il PD è un partito che troviamo sempre appaiato a una democrazia cristiana del tempo in qualsivoglia azione politica per cui un vero cambiamento per non dire rivoluzione nel nostro paese sembra proprio lontano.
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Il partito comunista segue il sentiero tracciato, non ha in se’ l’ideale di un vero cambiamento che sia prima di tutto culturale, filosofico e socio – economico. Si sente lontano dalla triade filosofica promessa e scoperta già in epoca della ” Rivoluzione francese ” con le sue parole d’ordine Liberté, Égalité, Fraternité.
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Chi é stato Saint-Just ? o forse Danton o magari Robespierre a disegnare un orizzonte dove gli antichi e sozzi privilegi possono scomparire dalla mente dei cittadini, sconfiggendo il male e proiettando gli abitanti di questo Mondo nell’altrove, nel sogno e nel più giusto.
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Purtroppo l’uomo ha inventato Dio che è come una pietra di paragone che impedisce quella ”materialistica visione” Quelle prospettive, sembra voler dire, sono i territori dell’altissimo che all’uomo non è dato raggiungere e neanche idealizzare. Per cui si può ben affermare che qualsiasi dottrina spirituale, di questa spiritualità predetta, è nemica dell’ uomo, dell’individuo pensante, perché c’è un posto dove il pensiero umano null’altro può aggiungere che non il miracoloso.
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Et voilà allora, M.me e M.rs a rieccovi la vecchia historia dell’ ineluttabilità di quello Zaratustra di cui un buon filosofo aveva invero dimostrato l’inesistenza.
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Va anche detto per amor di verità che generazioni successive hanno riportato la filosofia spirituale in auge, così come allertarono cappuccetto rosso con: “… é per mangiarti meglio”, e che uomini probi e valenti hanno riformulato le antiche dottrine politiche aggiungendo la soluzione a problemi particolari per meglio impedire il raggiungimento di quell’obiettivo di giustizia & libertà.
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Ci hanno quasi imbarazzato con accurate dissertazioni sul diritto civile, quello umano et anche di quello “particolare” così che occupandoci di questi “aspetti secondari” non si lottasse più per il primario intendimento../.. continua, promesso.
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Questa pagina si accompagna bene e volentieri con le note di Lunapop con Un Giorno Migliore
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