Lucia Del Grosso » SOLO UNA SPERANZA DI SOCIALISMO CI SALVERA’
21 Novembre 2017 0 Di ken sharo
Caro Cuperlo, mi ostino a leggere le interviste e le dichiarazioni che rilasci, sempre con la speranza di trovarvi qualche contraddizione risolta, qualche nodo sciolto, qualche punto fermo. Macché! Anzi, l’ultima tua uscita sull’Huffinghton Post inanella un intrico ancora più arruffato del solito di pensieri che perdono il filo.
Come questo: “Infatti nessuno deve chiedergli di dire questo (cioè l’abrogazione del Jobs Act) perché nella domanda sarebbe implicita la fine di ogni dialogo. Ma a sua volta Renzi non può intestarsi i quattro anni da leader come una successione di successi perché la storia non è andata così. Tanto nel giudizio popolare sulle riforme portate avanti che nel conteggio delle urne. La realtà è che ci sono stati risultati importanti e che è giusto rivendicare, ma ci sono state anche riforme che si sono rivelate fragili e talvolta dannose, e altre che semplicemente sono fallite a cominciare dalla riscrittura di un terzo della Costituzione”.
Appena qualche rigo sotto dici che quella legge non l’hai votata perché in disaccordo con la sua impostazione di fondo, cioè più lavoro in cambio di meno diritti. Il che taglia la testa al toro, non ti pare? Ma no, tu inviti a entrare nel merito. E quale sarebbe il merito secondo te? Che il Jobs Act ha creato nuova occupazione all’inizio, ma precaria, e che poi finiti gli incentivi le nuove assunzioni sono cessate.
Non è un’aggiunta mia, lo dici tu nell’intervista. E perché, sempre secondo te? Perché non si sono destinate risorse ai centri per l’impiego.Come dire che se invece i centri per l’impiego avessero funzionato sai che magnifiche sorti e progressive per i lavoratori: passare da un’occupazione all’altra, senza radicare nessuna identità professionale, fare il gioco dei quattro cantoni da un’impresa all’altra e da un mestiere all’altro, una meraviglia, no?
A un intellettuale fine come te non dovrebbe sfuggire che questa è la quintessenza della società liquida, ossia dell’alienazione. A meno che non sia questa la risposta che suggerisci a “un mondo che ribalta valori, poteri, classi e pare riscrivere gli equilibri delle democrazie in tutto l’Occidente“.E qui siamo al punto, caro Cuperlo. A furia di cercare giustificazioni al tuo abbarchicamento a quell’infernale arnese che è il PD ti sei piegato pure tu alla postmodernità, e non poteva essere altrimenti.
Sei la prova provata che il ragionamento “provo a cambiare il PD dal di dentro” non funziona, accade puntualmente il contrario.
Non può perciò che cadere nel vuoto il tuo appello a non consegnare l’Italia alle destre e ai populismi, partendo però dal merito e non dalla somma di sigle, perché a questo punto ho il sospetto che parliamo di orizzonti diversi.E comunque la strada per portare al governo queste grandi iatture la indichi proprio tu, come un Pisapia qualsiasi, esortando la sinistra a rinunciare alla sua ragione d’essere pur di mantenere viva la facciata, dietro la quale ci sono solo macerie, di una sinistra puramente nominale, che, come negli anni 30, regalerà tutti gli esclusi dal benessere, che crescono sempre di più, ai nipotini del fascismo.
E perciò tranquilli, Cuperlo, Pisapia qualsiasi, Prodi, Fassino e Veltroni: questo giro è andato, come si dice dalle mie parti. Perderete con o senza i nostri voti, mettetevi l’anima in pace.
Perderemo anche noi da soli, ne siamo coscienti, al massimo possiamo sperare di portare in Parlamento una piccola battaglia di deputati e senatori che riprendano a parlare la lingua dei lavoratori, del disagio e delle periferie.
E che se anche adesso tentennano e procedono per perifrasi arrivino presto a pronunciare l’unica parola del riscatto, l’unica speranza che può salvare questo mondo in rovina: socialismo. SO-CIA-LI-SMO. Verrà il momento in cui non ci gireremo più intorno.
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