Fondi Lega, Salvini: ‘Parlerò con Mattarella, decida se in ballo democrazia’. Bonafede: ‘Rispettare sentenze’ – Politica – ANSA.it

5 Luglio 2018 0 Di luna_rossa

Dal Csm preoccupazione per “toni inaccettabili”. Anm: incostituzionale coinvolgere il Colle. Procuratore di Genova: nessun processo politico

La  chiede ufficialmente un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sulla questione dei fondi. “Milioni di italiani perbene si riconoscono nell’azione della Lega, mettere fuorilegge un partito per (eventuali) errori di altri risalenti a 10 anni fa non garantisce quello spirito di democrazia, libertà e partecipazione popolare su cui si fonda la nostra Costituzione e la nostra vita sociale. Ne parleremo col garante di questa Costituzione, col Presidente della Repubblica, nel pieno rispetto dei tanti giudici, la stragrande maggioranza, che svolgono bene e con imparzialità, la loro funzione”. Così i capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, Romeo e Molinari

“Che io non possa andare a parlare con il presidente della Repubblica mi sembra una cosa bizzarra: è il garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini. Io rispetto il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici, che al 99% fanno bene e obiettivamente il loro lavoro, ma parlerò con Mattarella del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa con cui io non c’entro nulla”. Così il vicepremier Matteo Salvini, sul caso fondi della Lega.

“Se qualcuno dieci anni fa ha speso in maniera errata 300mila euro e verrà condannato in via definitiva, di quei 300mila euro, anche se non c’entro nulla, sono personalmente disposto a farmi carico. Se questo significa attaccare politicamente partito che sta conquistando la fiducia degli italiani ne parlerò con Mattarella: penso sia ancora permesso che il vicepremier possa parlare con il suo presidente della Repubblica. Starà a Mattarella decidere se c’e’ in ballo la liberta’ d’espressione o la democrazia”.

“Tutti devono potersi difendere fino all’ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica”. Ha detto intanto, interpellato dall’ANSA, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta la vicenda della sentenza della Cassazione sui fondi della Lega.

“I magistrati non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia o alla Costituzione, nè perseguono fini politici”. Ed “evocare un possibile intervento del Capo dello Stato nella vicenda risulta essere fuori dal perimetro costituzionale”. Risponde – intanto – l’Anm alla critiche della Lega, dopo la sentenza della Cassazione relativo al sequestro dei fondi, in una nota della giunta che ribadisce quanto già affermato ieri singolarmente dal presidente, Francesco Minisci, e da vari esponenti. “Le modalità con cui il dibattito si è alimentato creano confusione e rischiano di produrre effetti distorsivi sui precisi confini, fissati dalla Costituzione, tra la magistratura, autonoma e indipendente, e gli altri poteri dello Stato”, aggiunge la giunta esecutiva centrale dell’Anm, che rigetta “ogni tentativo di delegittimare la giurisdizione e di offuscare l’imparzialità dei magistrati, principio costituzionale a difesa del quale continuerà sempre a svolgere la propria azione, auspicando che chiunque eserciti funzioni pubbliche abbia a cuore gli stessi fondamentali principi”.

E’ fuori da qualsiasi parametro costituzionale il tentativo da parte della Lega di coinvolgere il Presidente Mattarella in una vicenda giudiziaria che la riguarda“: aveva detto ieri in serata l’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, attuale componente del ‘parlamentino’ delle toghe come esponente di Area, che rappresenta le correnti di sinistra della magistratura. “Sembra di tornare al passato – aggiunge – quando la fibrillazione tra politica e magistratura era all’ordine del giorno e non ha mai portato a nulla di buono”.

La Lega ieri aveva fatto sapere che intende chiedere un incontro al Capo dello Stato Sergio Mattarella appena ritornerà dalla Lituania. “Si tratta di un gravissimo attacco alla democrazia – riferiscono fonti della Lega – per mettere fuori gioco per via giudiziaria il primo partito italiano. Un’azione che non ha precedenti in Italia e in Europa”.

Si tratta – proseguono le stesse fonti – di un attacco alla Costituzione perché si nega il diritto a milioni di italiani di essere rappresentati. È una sentenza politica senza senso giuridico. La Lega non ha paura, c’è clima di grande tranquillità e serenità anche se c’è la consapevolezza che “ci vogliono impedire di lavorare ed esistere”.

Non si tratta di un processo politico. Come non lo sono i procedimenti fatti dalla procura di Genova per fatti che coinvolgevano esponenti di altri partiti. Qui è parte civile il parlamento italiano”. Ieri in serata il procuratore di Genova Francesco Cozzi torna a parlare del sequestro dei fondi della Lega. “Si tratta solo di problemi tecnici, procedurali. Per questo ci siamo rivolti alla Cassazione, perché i nostri uffici seguono la vicenda esclusivamente sotto un profilo tecnico”.

Nessuno al Csm risponde alle critiche della Lega alla sentenza della Cassazione sui fondi del partito, ma a Palazzo dei Marescialli si è tenuto un confronto al termine del Plenum, durante il quale, a quanto si apprende, è stata espressa “seria preoccupazione” per parole e toni che vengono ritenuti “non accettabili”.

”La decisione diventa eseguibile a condizione che la sentenza del Riesame segua il principio affermato dalla Cassazione”, dice il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, commentando il pronunciamento della Cassazione sul sequestro dei fondi della Lega. Il tribunale del Riesame non ha ancora fissato una data per la discussione.

 

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