I pm di Torino chiedono di processare Salvini, parlò di “magistratura schifezza” – La Stampa
17 Luglio 2018 0 Di luna_rossaIl procuratore capo di Torino sollecita per la quarta volta la richiesta di rinvio a giudizio del ministro dell’Interno
di Giuseppe Legato
Dopo una richiesta e tre solleciti all’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, senza risposta, ecco il quarto, ora al Guardasigilli Alfonso Bonafede. La procura intende procedere nei confronti del leader leghista Matteo Salvini, indagato per vilipendio dell’organo giudiziario. E nei giorni scorsi il procuratore Armando Spataro ha inoltrato l’ennesimo sollecito per ottenere l’autorizzazione del ministro. Un atto obbligatorio per Spataro. Come dovuta è la risposta del ministero: «Sulla vicenda è in corso un’istruttoria e il Guardasigilli è pienamente consapevole delle prerogative connesse al suo ruolo».
La procura di Torino al ministero: lasciateci processare Salvini
L’attuale ministro dell’Interno ha usato l’espressione «magistratura schifezza» il 14 febbraio 2016, durante un intervento a Collegno al congresso della Lega. In questi due anni la procura ha delegato la Digos di Milano a condurre accertamenti. I poliziotti hanno acquisito i video che immortalano Salvini mentre lancia pesanti epiteti all’indomani del rinvio a giudizio di Edoardo Roxi, ex vicesegretario nazionale della Lega, nell’inchiesta sulla presunta Rimborsopoli ligure. «Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia – aveva detto Salvini – sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana».
La sfida di Spataro al governo: “Vietato bloccare gli sbarchi”
Il leader della Lega, appreso l’avvio delle indagini, replicò: «Come ovvio, e per fortuna, ci sono tanti giudici che fanno benissimo il loro lavoro: penso a chi è in prima linea contro mafia, camorra e ’ndrangheta. Purtroppo è anche vero che ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti».
Che cosa può succedere
Ora si aprono due scenari opposti. Nel caso in cui arrivasse un diniego le accuse a Salvini saranno archiviate. Se dal ministero giungesse un via libera. invece, il leader della Lega rischierebbe la condanna a una multa da mille a 5000 euro. Sul caso è intervenuto, a tarda sera e con una nota, il giurista torinese Mauro Anetrini, indicato da più parti quale candidato a un ruolo chiave nel settore Giustizia del nuovo corso Lega-M5S. Scrive: «I fatti di cui Matteo Salvini è accusato risalgono al 2016 e, come già ho detto, non rivestono gravità tale da destare allarme sociale, né da giustificare la divulgazione delle iniziative assunte dal pm. Della strumentalizzazione mediatica dei processi penali non parleremo mai abbastanza, soprattutto se gli stessi appaiono degli strumenti a orologeria impiegati nei confronti di uomini politici non del tutto graditi».
La replica del procuratore
Immediata la replica di Spataro: «Si evoca ancora una volta (tipico di questo Paese) il fantasma della giustizia ad orologeria dimenticando che la richiesta è stata inviata o sollecitata quattro volte al precedente ministro della Giustizia che non ha mai risposto. Obbligatorio, dunque sollecitare anche il nuovo ministro per definire una buona volta il procedimento. Ovviamente il rispetto è scontato qualsiasi sarà la scelta, purché scelta sia. L’invio delle richieste al ministro è sempre stato fatto noto ai giornalisti, anche perché non è certo fatto segreto».
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