L’Europa senza voce – La Stampa

16 Luglio 2018 0 Di luna_rossa

A Helsinki Trump e Putin s’incontrano in un vertice dalle molte incognite

Oggi, a Helsinki, l’Europa è completamente tagliata fuori. Trump e Putin s’incontrano in un vertice dalle molte incognite. Sapremo solo quello che i due Presidenti vorranno dire, specie del colloquio faccia a faccia. Gli europei sono relegati in sala d’aspetto.

Mosca e Washington hanno sempre privilegiato il dialogo bilaterale, e così i loro rispettivi leader, dai tempi della Guerra fredda ai nostri giorni. La differenza è che per la prima volta il Presidente Usa si presenta come il portabandiera di una politica nazionale («America first») e non dell’Occidente unito. Il leader Usa è reduce da un vertice Nato e da una bilaterale a Londra. In altri tempi, il tema dominante sarebbe stato il coinvolgimento degli alleati nell’incontro con Putin. Beninteso gli americani ascoltavano e poi facevano per lo più di testa loro. Ma c’era un’inclusione degli europei, prima e dopo. Per Londra l’esclusione è bruciante. Il rapporto privilegiato con Washington era l’asso nella manica degli inglesi, che poi lo rivendevano agli europei.

 

Le preoccupazioni europee impallidiscono a confronto di quelle Usa. Congresso, Pentagono, Cia, Tesoro temono che Trump finisca col fare a Putin concessioni divergenti dalla linea ufficiale di politica estera di Washington. Il colloquio a porte chiuse innervosisce non poco i diretti collaboratori di Trump specie chi, come Pompeo e Mattis, è nel solco maggioritario. Non sfugge il paradosso di un Presidente che continua ad auspicare di andare d’accordo con la Russia, mentre il suo Dipartimento di Giustizia incrimina 12 russi. Trump lo contesterà o darà una pacca sulla spalla a Vladimir? Il problema degli europei è diverso. L’Europa può guardare con favore alla ripresa di dialogo bilaterale fra Mosca e Washington, specie in campo nucleare e di controllo armamenti. Il non rinnovo del Trattato Inf comporterebbe tensioni dirette sulla nostra pelle. Anche al di fuori della pattuglia anti-sanzioni (compresa l’Italia), buona parte dell’Ue, Germania in testa, vedrebbe con favore una normalizzazione commerciale con Mosca. A una condizione: di non svendere l’Ucraina (e la Crimea) e le fondamenta della sicurezza in Europa.

 

Washington si spreca in assicurazioni che non avverrà. «Il Presidente non può decidere la politica estera da solo». Vero. Ma può tagliar fuori gli alleati e Trump l’ha appena fatto.

Sorgente: L’Europa senza voce – La Stampa