Molecole organiche su Marte, la Nasa distrusse le prove per errore – Spazio & Astronomia – ANSA.it

13 Luglio 2018 0 Di luna_rossa

Storico flop delle sonde Viking ricostruito grazie a Curiosity

La Nasa potrebbe aver accidentalmente mandato in fumo le prove della presenza di molecole organiche su Marte raccolte dalle sonde Viking negli anni Settanta: la ‘pistola fumante‘ sarebbe nelle analisi condotte nel 2013 da Curiosity, lo stesso rover che è riuscito a dimostrare la presenza di molecole organiche sul Pianeta Rosso.

A indicarlo è lo studio pubblicato su Journal of Geophysical Research: Planets dal gruppo internazionale coordinato dal laboratorio Latmos dell’Istituto Pierre Simon Laplace di Parigi, cui ha preso parte anche il noto astrobiologo della Nasa Christopher McKay con i colleghi Richard Quinn e Alfonso Davila.

Secondo la ricostruzione, le molecole organiche raccolte dalle Viking si sarebbero degradate quando i campioni di suolo marziano vennero scaldati per essere sottoposti ad analisi chimica nel gascromatografo di bordo. Il calore avrebbe infiammato il perclorato, un composto tossico del terreno ancora sconosciuto a quel tempo, che avrebbe distrutto le molecole organiche producendo clorobenzene.

“Il fallimento della missione Viking – ricorda l’astrobiologa Daniela Billi, dell’Università di Roma Tor Vergata – portò ad una battuta d’arresto nella ricerca di vita nello spazio, provocando un disinteresse che svanì solo vent’anni più tardi, con la scoperta del primo pianeta extrasolare, dell’oceano nascosto del satellite di Giove Europa e il ritrovamento del meteorite marziano con quello che sembrava essere un fossile di batterio”. Di certo la lezione di Viking è servita ad affinare gli strumenti per la caccia a E.t.

“Abbandonata la tecnica della gascromatografia, il prossimo rover Curiosity 2020 userà uno strumento a tecnologia laser per vaporizzare le molecole senza surriscaldarle”, spiega Billi. “Anche la missione europea ExoMars userà la spettrometria Raman: stiamo già analizzando gli spettri prodotti da molecole organiche di origine biologica terrestre, alterate da raggi ionizzanti, per capire cosa potremo trovare su Marte”.

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