«Netanyahu spinge Israele verso un sistema autoritario» – ‎il manifesto

20 Luglio 2018 0 Di luna_rossa

Intervista. Parla lo storico Zeev Sternhell: la legge approvata dalla Knesset su Israele Stato-nazione del popolo ebraico sancisce la discriminazione dei cittadini arabo israeliani e nega indipendenza ai palestinesi dei Territori

Era stato netto il giudizio di Gideon Levy, una settimana fa, sul quotidiano ‎Haaretz. La legge su Israele come Stato-nazione del popolo ebraico in discussione ‎in quei giorni alla Knesset, voluta con forza dal premier Netanyahu e dalla ‎maggioranza nazionalista-religiosa al governo e approvata mercoledì notte in via ‎definitiva, ‎«presenterà il Sionismo così com’è‎», aveva scritto l’editorialista ‎israeliano.‎ «Metterà anche fine – aveva aggiunto – alla farsa che Israele sia ebraico ‎e democratico, una combinazione che non è mai esistita e che non potrebbe mai ‎esistere a causa della contraddizione intrinseca tra i due valori che non possono ‎essere messi insieme se non con l’inganno‎». Già lo sapevano i palestinesi d’Israele, ‎la minoranza araba (20% della popolazione del paese). Ma ora sanno anche sono ‎esposti ai riflessi concreti di una legge fondamentale dello Stato, approvata dal ‎parlamento, che senza affermarlo esplicitamente disconosce l’uguaglianza di tutti i ‎cittadini – inclusa nella dichiarazione d’indipendenza di Israele – poiché assegna ‎nero su bianco uno status privilegiato ai cittadini ebrei rispetto a quelli arabi. Una ‎legge che afferma che la biblica Terra d’Israele è la patria storica degli ebrei e che ‎al suo interno è stato fondato lo Stato d’Israele, sottointendendo che i non-ebrei ‎non hanno e non avranno diritto di reclamare la propria appartenenza quella stessa ‎terra, la Palestina storica. Tra i punti più importanti c’è quello che afferma che lo ‎Stato di Israele ‎«vede lo sviluppo dell’insediamento ebraico come un valore ‎nazionale e agirà per promuovere il suo consolidamento‎». In questo modo, ha ‎denunciato il ‎deputato ‎comunista Dov Chenin, ‎«si implica che l’insediamento di ‎‎arabi è di ‎Serie B. Nemmeno in Sudafrica il regime di apartheid ‎aveva osato ‎‎arrivare a tanto‎». E non è meno significativo che l’arabo non sia più una lingua ‎ufficiale di Israele. Da ieri ha solo uno “status speciale”. La legge è stata salutata ‎con favore da Netanyahu perché, a suo dire, pone i valori ebraici e quelli ‎democratici sullo stesso piano senza negare i diritti di tutti i cittadini. Ben diverso ‎il giudizio di Ayman Odeh, leader della Lista araba unita. Sventolando una ‎bandiera nera ‎durante il suo discorso alla Knesset, Odeh ha affermato che ‎«questa ‎è una legge malvagia e ‎‎al di sopra c’è una bandiera nera…Israele ci dice che non ci ‎vuole qui». Per‎ Hassan Jabareen, direttore della ong araba Adalah, ‎quanto votato ‎dalla Knesset «presenta elementi chiave dell’apartheid, è immorale e contro il ‎diritto internazionale‎». Del significato della legge e dei suoi effetti abbiamo ‎parlato con lo storico e Premio d’Israele, Zeev Sternhell, uno dei massimi esperti ‎di Fascismo e della storia del Sionismo, autore di testi tradotti in molte lingue. ‎Sternhell il 25 settembre del 2008, rimase ferito in un attentato dinamitardo nella ‎sua abitazione compiuto da un ebreo estremista di destra.

Alla fine Netanyahu ha ottenuto quanto chiedeva da anni

Purtroppo sì. Questa legge sancisce ufficialmente la differenza tra ebrei e arabi ‎in Israele. Certo, sino ad oggi, nella vita quotidiana i cittadini arabi non avevano ‎mai avuto diritti pieni però, come diceva Machiavelli, una cosa è fare qualcosa di ‎sbagliato ed un’altra e un’altra è attuarla con una legge. È stata introdotta una ‎norma in cui la natura ebraica di Israele è superiore rispetto ai valori democratici ‎dello Stato. Pertanto se prima Israele si definiva ebraico e democratico ora è lo ‎Stato della nazione ebraica. Appartiene ad ogni ebreo nel mondo ma non anche ai ‎suoi cittadini arabi.‎

Cosa accadrà adesso?‎

Assisteremo a sviluppi pericolosi. Perché la legge può manifestarsi ‎concretamente in molti modi. Occorre domandarsi come sarà tradotta in politica. ‎Aprirà le porte a una discriminazione non più occulta degli arabi in Israele? Temo ‎che questo si realizzerà in molte forme, in vari aspetti della vita del paese. Senza ‎dimenticare che la legge, assegnando tutta la biblica “Eretz Israel” agli ebrei darà il ‎via a una ulteriore e più massiccia campagna di colonizzazione ebraica dei ‎Territori palestinesi occupati (da Israele nel 1967, ndr). Affermare che la terra ‎appartiene solo agli ebrei e non anche agli arabi è un aspetto centrale e dovremmo ‎capire cosa significherà dal punto di vista giuridico, legale, nei tribunali, durante ‎le cause processuali.‎

Nei suoi libri e articoli lei ha ripetutamente messo in guardia dalla svolta ‎autoritaria in Israele e ha subito attacchi e critiche violente.

Non c’è alcun dubbio che si proceda a destra a tutta velocità e che gli ebrei ‎nazionalisti e messianici stiano attuando un’agenda ben precisa che sta facendo di ‎Israele un paese sempre meno democratico ed egalitario. Il sistema autoritario che ‎la destra ha in mente avvicina Israele all’Ungheria e all’Europa orientale e lo ‎allontana dall’Europa occidentale. ‎

Proprio in queste ore (ieri) il tanto discusso premier ungherese Orban viene ‎ricevuto come un amico e stretto alleato dal primo ministro Netanyahu.‎

Netanyahu già prepara le prossime elezioni politiche e temo che le vincerà. Il ‎benvenuto ad Orban, suo principale alleato in Europa, va letto anche in quella ‎chiave, così come la legge sullo Stato-nazione ebraica approvata dalla Knesset. ‎Viviamo tempi difficili, cupi. Dopo 50 anni di occupazione militare dei Territori e ‎di politiche nazionaliste agguerrite ora si è passati alla discriminazione ‎riconosciuta, ufficiale, della minoranza araba in Israele e alla negazione esplicita di ‎qualsiasi possibilità che i palestinesi in Cisgiordania e Gaza possano godere di una ‎piena autodeterminazione. Affermando con una legge che “Eretz Israel”, ossia il ‎territorio che va dal Mediterraneo al fiume Giordano, appartiene solo agli ebrei, ‎Netanyahu, la destra, gli ultranazionalisti religiosi, hanno voluto mettere fine ‎all’idea che un giorno possa nascere uno Stato palestinese indipendente all’interno ‎di questo territorio. ‎

Sorgente: il manifesto