Le parole di Casalino su down e nazisti sono un oltraggio alla Repubblica Non può più restare a Palazzo Chigi – Strisciarossa

9 Novembre 2018 0 Di ken sharo

Del comunicatore maximo del governo giallo-verde, quel Rocco Casalino da Ceglie Messapica cui il crollo del ponte Morandi ha rovinato il Ferragosto, che ha messo sotto accusa i funzionari del Mef perché poco disponibili ad appoggiare le zingarate di bilancio, che alle Iene qualche anno fa dichiarò, poi smentendo e dicendo di aver pronunciato parole volutamente paradossali, che “il povero ha un odore diverso dal ricco, molto più forte anche se gli fai fare dieci docce”, ora sappiamo anche cosa pensa degli handicappati, degli anziani, in particolare dei bambini down.

Il Casalino pensiero è stato reso di pubblico dominio dalla diffusione di un video del 2004 che lui ha subito cercato di giustificare come una prova d’attore nell’ambito di un corso del Centro Teatro Attivo, che però, come vedremo, c’entra solo perché se ne legge il nome sulla lavagna alle spalle del nostro. Ed era stato scritto col gesso solo perché nella stessa aula, poco prima, si era svolta proprio una lezione di recitazione. Lo stesso teatro, d’altra parte, ha smentito che si trattasse di un suo corso e ha preso le distanze dalle parole pronunciate. Nel tentativo di mettere una pezza a quelle parole che fanno paura, da Casalino è arrivato immancabile l’attacco ai giornali che lo criticano e diffondono solo “bufale” per “infangarmi e mettere in dubbio la mia professionalità”.

Solo che il video c’è. Il video integrale, per la precisione, e non solo quel piccolo estratto che è girato ieri sui social ( GUARDA QUI ). E’ lungo più di un’ora. E va oltre qualunque interpretazione giustificativa. La rete è inesorabile. E dal video, a guardarlo tutto, si capisce benissimo che quella non era una prova d’attore, un’esercitazione di recitazione. Assolutamente no. Era un’intervista a quel Rocco Casalino reduce dal successo del Grande Fratello, il quale, in modo ammiccante, spiegava ai ragazzi di un corso di giornalismo come presentare se stessi, quali tasti usare per farsi piacere, come riuscire a sfondare nel mondo dei media.

Pochi esempi di quella intervista agghiacciante. Una ragazza sgomenta gli chiede, in conseguenza dell’introduzione di Casalino: “Come fai a dire mi fanno schifo i bambini, gli handicappati, i vecchi. Come fai, la fratellanza o ce l’hai o non ce l’hai. E non è né di destra né di sinistra”. Risposta del “professore” appoggiato alla cattedra, riccioluto e sorridente: “Non è una scelta razionale. E’ proprio fin da bambino che i down mi danno fastidio, non ho nessuna voglia di relazionarmi a loro, non ho voglia di aiutarli. Poveretti che gli è capitata questa cosa…”. Obiezione dalla classe al docente, sempre sorpreso delle obbiezioni. “Ma dire che fanno schifo è un po’ diverso”. Replica: “A te fanno schifo i ragni… a me sì. E’ la stessa cosa. Provo fastidio, provo imbarazzo, non so come spiegarlo. Non voglio perderci tempo. Non mi va di stare dietro ai vecchietti, non mi va di stare dietro ai bambini, non voglio fare bambini. Chi di voi davvero va in un centro di handicappati? Lo diciamo…ma stiamo tutto il giorno a fottercene di questi qua. Siamo tutti bravi a dire che bisogna avere compassione e bla bla bla…Io piuttosto che star lì a dire che sì mi interesso dei vecchi, preferisco dire che perdere tempo con un handicappato mi rompe le palle”. Di andare in un centro d’assistenza non se ne parla. “Sai quante volte mi hanno chiamato… Ci sono persone che si dedicano, vanno, aiutano, io non sono fatto così”.

Inesorabile una ragazza: “Un giorno i tuoi genitori saranno anziani. Che farai?”. Già tutto deciso. “Li porterò in una casa di cura per anziani. Pagherò per non dovermi sopportare mia madre da vecchia”. Sorrisino. La signora è avvertita. Commento terribile dalla classe: “Fai paura, fai una grande tristezza”. La stessa avvertita davanti alle affermazioni giustificazioniste dell’Olocausto quando invita a non semplificare la seconda guerra mondiale con l’equazione Hitler=male ed Ebrei=poveretti.

L’originale del video è stato pubblicato online su YouTube da Enrico Fedocci giornalista Mediaset, nel 2004 direttore proprio di quel un corso di formazione professionale della Provincia organizzato all’Istituto Bauer di Milano. Il quale conferma, lui che lo sa bene, che non si trattò di rappresentazione teatrale ma di una vera e propria intervista al volto noto del Grande Fratello che dopo quattro anni stava sbiadendo. Una curiosità per i ragazzi, per lui la ricerca di un rilancio. Lo ha confermato Fedocci allo scoppiare del caso con un fin troppo bonario twitter: “Era la simulazione di una intervista fatta con i miei studenti. Rocco stava provocando. Lo ha fatto per tutta l’intervista. Le cose le ha dette, ma cercando di sollecitare gli studenti che stavano facendo una esercitazione”. Comunque il teatro non c’entra niente e la versione Casalino non ha trovato riscontro. E della simulazione dell’intervista, a guardare il video, non c’è alcuna traccia.

Davanti a queste parole, alle valutazioni e alle interpretazioni, all’indignazione che provocano, non resta che una domanda molto semplice: può essere Rocco Casalino il portavoce del presidente del Consiglio della Repubblica italiana che, al di là di ogni considerazione, ha l’obbligo di rappresentare l’intero Paese? Un Paese che certamente, nella sua stragrande maggioranza, non la pensa affatto così.

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