Massacrato di botte a sette anni, la verità di Noemi: «È stato Tony» | Il Mattino
28 Gennaio 2019Noemi ha otto anni e negli occhi ancora il terrore di quel manico di scopa che la colpiva. Ore da incubo, che si leggono tutte nel volto tumefatto della piccola. È sola, all’ospedale Santobono. Non c’è la mamma, non c’è il padre, non c’è un familiare a starle accanto per rassicurarla. Quando nel pomeriggio è arrivata al Pronto soccorso in «codice rosso», l’ha accompagnata una vicina di casa. Ma neanche lei ha potuto rimanerle accanto a lungo. Appena arrivata, è stata trasferita in Questura per essere ascoltata dagli inquirenti come possibile testimone della tragedia.
Noemi ha il volto gonfio, lividi, i segni sulle braccia che dimostrano il tentativo di coprirsi il volto, per parare i colpi violenti del convivente della madre. Per fortuna, non ha lesioni agli organi interni. E spiega Vincenzo Tipo, il primario del Pronto soccorso dell’ospedale Santobono: «Naturalmente non possiamo fornire una prognosi precisa sui giorni di ricovero che occorreranno. Abbiamo eseguito tutti gli accertamenti strumentali necessari per potere escludere lesioni interne. La bambina, grazie a Dio, non è in pericolo di vita, ma c’è bisogno di osservazioni successive nelle prossime ore, che sono possibili solo con il ricovero».
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