Massimo Bugani difende Luigi Di Maio e avverte: “O cambiamo formula o chiudiamo” | L’Huffington Post

26 Febbraio 2019 0 Di luna_rossa

Il fedelissimo di Casaleggio su Facebook: “È il momento di aprire anche alle liste civiche”

“È il momento delle liste civiche, ora più che mai, semplicemente perché i cittadini ne hanno le tasche piene dei partiti e dell’overdose dei loro faccioni in tv”. A indicare il nuovo orizzonte del M5s è Massimo Bugani, fedelissimo di Luigi Di Maio e uno dei responsabili della piattaforma Rousseau.

“Se vogliamo andare avanti io credo sia giunta l’ora di smettere di presentarci alle elezioni comunali e regionali con le mani legate dietro la schiena e gli occhi bendati, andando contro a corazzate armate fino ai denti e piene di soldi, con la nostra fiondina e il nostro sassolino”, scrive Bugani: “Con questa formula si possono vincere solo comuni e regioni in bancarotta o sciolti per mafia o reati vari. Guardiamo in faccia alla realtà! La realtà è bella anche quando è spietata”.

“Senza paura, senza ansie, senza frenesia, iniziamo a costruire il movimento che verrà, un passo alla volta, un mattoncino alla volta, un palloncino dopo l’altro. Senza guardare gli altri, senza ascoltare i talk”, prosegue Bugani, secondo il quale “tutti dicono che siamo morti, e invece potremmo iniziare a fare sul serio proprio adesso”.

Altrimenti, aggiunge l’esponente bolognese, “è stato bello, abbiamo dato tutto contro tutto e tutti, togliamoci la maglietta sudata senza rimpianti, facciamoci una bella doccia e che l’ultimo si volti indietro, faccia un bel sorriso e poi spenga le luci”.

Bugani spende parole anche per il vicepremier, Luigi Di Maio: “Che cavolo c’entra Di Maio? Luigi andrebbe semplicemente clonato per la sua dedizione e la sua lucidità. Io davvero non capisco questo dramma e le parole utilizzate per descrivere dei risultati facilmente prevedibili. Ecatombe, implosione, fine, morte, disastro, frana”, scrive Bugani: “Ma cosa vi aspettavate dalle elezioni in Sardegna? E soprattutto che cavolo c’entra Di Maio? Chiunque abbia parlato con me in questi giorni sa che io avevo pronosticato un risultato fra l’8 e il 10%, ma non ci voleva Nostradamus”.

Bugani traccia le difficoltà che hanno portato al voto in Sardegna, “con il Movimento da solo, col suo simbolo là in mezzo, con il candidato prescelto condannato in primo grado e costretto ad abdicare, senza poter utilizzare di conseguenza il tema dell’onestà, senza radicamento sul territorio (i migliori fuggono dai comuni per non ‘bruciarsi’ un mandato), senza coordinamento, con nostri esponenti o attivisti di Oristano che dicono l’esatto contrario di quello che dicono nostri esponenti o attivisti a Nuoro, con 4 meetup in guerra tra di loro in ogni comune e con i giornali che sguazzano a raccontare le faide”.

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