La vita segreta del sindacato Ugl nella sua sede la “Bestia” salviniana | Rep

25 Luglio 2019 0 Di Luna Rossa

L’organizzazione che nacque con il Msi ora è in mano alla Lega.E ospita la macchina della propaganda nei suoi locali di via Botteghe Oscure

di Sergio Rizzo

ROMA – La tana si trova in via delle Botteghe Oscure, a Roma, dirimpetto a dov’era il Pci. Distanza: 12 metri (scarsi). Ma cosa ci fa lì la Bestia, cioè lo staff che orchestra l’offensiva salviniana sui social media guidato da Luca Morisi e di cui fa parte anche il figlio del presidente della Rai Marcello Foa? Occupa i locali messi gentilmente a sua disposizione dall’Unione generale del lavoro, il sindacato di destra nato quasi settant’anni fa come Cisnal da una costola del Msi. Che ha sede nel medesimo stabile. Scoperta che può sorprendere solo chi ignora come l’Ugl sia passata armi e bagagli sotto le insegne della Lega. Ma che per qualcuno presenta molti aspetti da chiarire.

Quel qualcuno è Giancarlo Favoccia, vice segretario generale dell’Ugl da mesi in guerra con il segretario generale Francesco Paolo Capone, che l’ha privato dell’incarico e della funzione di responsabile organizzativo dopo una lettera in cui chiedeva notizie su una serie di spese, come abbiamo raccontato su questo giornale mercoledì 17 luglio. Adesso però spunta una nuova lettera nella quale Favoccia alza ancora il tiro con Capone.
“Relativamente alla Lega – c’è scritto – ti chiedo spiegazioni sul come Tu abbia gestito e autorizzato l’allocazione al primo piano di un loro staff e se esiste eventualmente un contratto di sublocazione”.

Lo staff in questione è, appunto, la Bestia. E la questione non si può, secondo l’estensore della lettera, liquidare facendo spallucce. Per ragioni intuibili, a cominciare dalle implicazioni economiche. A carico di chi è la spesa: della Lega o dell’Ugl? I locali sono dell’Istituto Pasteur, che fa capo a una fondazione dell’Università di Roma La Sapienza, presieduta dall’ex potentissimo rettore Luigi Frati. Sono stati affittati per 102 mila euro l’anno all’Ugl, che li ha poi subaffittati all’Iper-Ugl, l’istituto di ricerca del sindacato.

Favoccia insiste: “Mi chiedo come Tu non abbia riflettuto sulla delicata posizione in cui hai messo la nostra Ugl visto i trascorsi passati con la Fondazione città nuove che allocava appunto negli stessi locali…”. Ustionante riferimento alla formazione politica di Renata Polverini, l’ex segretaria generale dell’Ugl diventata nel 2010 governatrice del Lazio, la cui sede era stata piazzata nell’immobile del sindacato in via delle Botteghe Oscure. La cosa all’epoca fece un certo scalpore, ma fu anche la conferma che Polverini continuava a mantenere la presa sul sindacato. Altri tempi, se ora lì c’è la Bestia. Ma Favoccia racconta anche un altro particolare illuminante sul nuovo corso leghista del sindacato: “Sono venuto a conoscenza che l’on. Francesco Zicchieri è stato addirittura assunto dall’Ugl nell’anno 2017, pare con un costo di circa 5 mila euro…”. Zicchieri è deputato della Lega, nipote di un militante missino assassinato nel 1975 dalle Br. Nel 2006 è stato eletto consigliere comunale di Terracina con An, poi rieletto con il Pdl e quindi riconfermato la terza volta nel 2016. Stavolta però con la Lega. Di cui nel 2017, anno in cui il sindacato lo ingaggia, è diventato coordinatore regionale nel Lazio.

Ma il ruolo politico è andato ben oltre. Insieme al suo amico Claudio Durigon, l’altro vice segretario generale dell’Ugl, Zicchieri, è stato infatti parte attiva nella metamorfosi salviniana del sindacato. Che sarebbe culminata nell’elezione di Capone al parlamento europeo se l’operazione per candidarlo non si fosse arenata. Poco male. Perché qui la famosa “cinghia di trasmissione” fra sindacato e partito funziona alla perfezione. Grazie a Durigon, deputato leghista di Latina con origini venete. Nel governo Conte è sottosegretario al Lavoro. Anche se in una singolare situazione: ha lasciato la carica di vicesegretario Ugl, mantenendo però un posto nel consiglio nazionale del sindacato. Dove oggi è lui il garante di un’alleanza con la Lega che prefigura scenari inediti. Un mese dopo la visita di Salvini a Mosca, ecco spuntare là anche una delegazione dell’Ugl. Con la scusa di stabilire relazioni con i sindacati locali e già che c’erano prendere un aperitivo con qualche esponente della Duma putiniana, tipo l’ex direttore del servizio segreto militare Alexey Chepa. Per dire quanto il mondo sia piccolo, la delegazione faceva base all’hotel Metropol.

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